Quali difetti della vista correggono gli operazioni con laser?

I disturbi della vista possono dipendere sia dal naturale invecchiamento che da fattori genetici o ambientali e possono essere altamente invalidanti. Quando si manifestano ipovisione, offuscamento, sfarfallio o visione doppia, è bene consultare uno specialista che possa eseguire una corretta diagnosi e proporre il giusto piano di cure.

In alcuni casi, tuttavia, le patologie oculari non rispondono a nessuna terapia farmacologica e richiedono uno specifico trattamento con laser. Quest’ultimo, agendo direttamente sulla struttura corneale, può assottigliare i margini o curvarne le superfici, così da correggere miopia, astigmatismo, presbiopia ed ipermetropia.

Grazie alla chirurgia refrattiva, la perdita di visus può essere sì arrestata, ma non sempre eradicata in toto: la gravità delle condizioni originali, infatti, determina l’indice di successo, i tempi di ripresa ed il tipo di decorso post-operatorio. Per avere accesso alle operazioni con il laser, bisogna prima sottoporsi ad indagini specifiche, come la pachimetria corneale, che misura lo spessore della cornea. Vanno poi valutati l’età, il grado di idratazione oculare, la stabilità del difetto in uno specifico intervallo di tempo e lo stato di salute globale del paziente.

Pur essendo un intervento indolore e con un elevato margine di sicurezza, il trattamento con laser non è affatto scevro da complicazioni. La correzione del difetto visivo avviene in modo graduale ma è imperativo seguire tutte le indicazioni dell’oculista per scongiurare l’insorgenza di una flogosi. In genere, comunque, la ripresa alla vita quotidiana non richiede più di due o tre giorni.

Tecniche impiegate e disturbi correggibili

Gli interventi alla cornea non sono tutti uguali, poiché lo specialista calibra la tecnica da eseguire al difetto da correggere. In caso di cataratta, ad esempio, viene impiegato il laser a femtosecondi, che consente l’eliminazione del cristallino catarattoso e la sostituzione con quello artificiale.

La correzione della miopia, invece, richiede il laser ad eccimeri e l’esecuzione di particolari metodiche quali PRK, Lasik e ReLex Smile, capaci di ridurre il potere di convergenza della cornea. Il trattamento con laser ad eccimeri viene sfruttato anche in caso di presbiopia, al fine di creare un’area multifocale centrale e rendere impeccabile la visione degli elementi vicini.

Anche l’ipermetropia può essere corretta tramite tecnica Lasik, così da agire direttamente sullo stroma, tuttavia nei soggetti anziani si abbina l’inserimento di una lente intraoculare artificiale, dotata di filtro UV. Per ciò che concerne l’astigmatismo, questo viene trattato con gli “eye tracker”, laser dalla grande precisione e dalla massima resa.

La maculopatia degenerativa va trattata poi con approcci chirurgici diversi tra loro, a seconda che sia di tipo senile o miopico essudativo, che si tratti di retinopatia diabetica, corioretinopatia sierosa centrale o trombosi venosa retinica. Proprio per tale ragione si utilizzano l’argon-laser, il laser fotodinamico e le iniezioni intravitreali di steroidi.

Il glaucoma, malattia oculare che causa una consistente pressione intraoculare, diminuisce l’irrorazione sanguigna del nervo ottico e favorisce la perdita di fibre. Questo disturbo può essere più o meno importante, pertanto gli approcci terapeutici vengono scelti con cautela dall’oculista. In presenza di glaucoma ad angolo chiuso, viene eseguita l’iridotomia YAG, ossia la realizzazione di un impercettibile foro sull’iride, capace di inibire il blocco pupillare.

Se il glaucoma è invece ad angolo aperto, si propende per una trabeculoplastica selettiva, che sfrutta il calore emanato dal laser per aumentare la filtrazione dell’umor acqueo. Quando il glaucoma è poi in uno stato avanzato, si ripiega sulla sclerectomia profonda.

Fonte delle informazioni dell’articolo: https://www.oculistanizzola.it/operazione-occhi/

2018-09-18T17:26:32+00:00