Cos’è l’assertività e perché ti può aiutare nel lavoro e nella vita

Forse ti è capitato qualche volta. Devi lavorare con altri colleghi e c’è qualcuno che non fa la sua parta. Non sai come affrontare l’argomento. Da un lato ti da fastidio il suo comportamento, non capisci possa comportarsi così e fregarsene. Dall’altro temi che possa venire fuori un litigio che provochi più difficoltà di quante già c’è ne sono.

Forse hai anche avuto qualche capo aggressivo, che si arrabbiava facilmente. In grado di metterti alle corde e farti passare un brutto quarto d’ora anche se non avevi fatto nulla di male. Con i superiori le relazioni possono diventare ancora più difficili.

C’è un modo però di gestire questi e molti altri problemi simili. Dai venditori insistenti, agli amici che si comportano in un modo che non ti piace o anche per gestire le critiche del partner. Il modo si chiama assertività ed è uno strumento pratico che viene dal mondo della psicologia.

L’assertività è diventata celebre negli Stati Uniti già dagli anni ’70 ma in Italia è arrivata poco e in ritardo. Da noi è stata soprattutto utilizzata come sistema per imparare a superare il disagio nelle situazioni sociali mentre oltreoceano è materia che veniva insegnata anche nelle Business School.

Cos’è l’assertività

Ma cos’è l’assertività? Si tratta della terza opzione rispetto al comportamento passivo (non faccio niente e resto in silenzio) e il comportamento aggressivo (mi arrabbio e alzo la voce). L’assertività serve per imparare a esprimere se stessi liberamente, ma nel completo rispetto degli altri. Punta a creare rapporti paritari.

Per sviluppare un comportamento assertivo si parte dal modo di pensare. Tutti noi siamo cresciuti in una certa cultura e abbiam avuto alcune esperienze. Abbiamo imparato dai banchi di scuola che bisogna stare fermi e zitti, dalla chiesa a porgere l’altra guancia e a badare più agli altri che a noi stessi. Siamo stati condizionati a sentirci spesso in difetto, ad obbedire alle regole, a non dire di no, a non chiedere e dire cose che potrebbero mettere l’altro a disagio.

Ci portiamo dietro una zavorra mentale di idee irrazionali che fanno più male che bene. Il primo passo è diventarne consapevole. Capire come queste regole mentali non scritte influenzano il nostro modo di pensare, di giudicare, di sentirci e di comportarci. Secondo Manuel Smith uno dei pionieri dell’assertività si può sintetizzare dicendo che devi essere l’unico giudice di te stesso. Altrimenti sei in balia di essere manipolato dagli altri e dalla società.

Il secondo passo è imparare delle tecniche di assertività vere e proprie. Può sembrare strano ma in effetti ci sono delle accortezze nel modo in cui comunicare che permettono di dire quasi tutto. Con il risultato non solo di non offendere gli altri, ma anzi di migliorare la relazione rendendola più autentica. Nel momento in cui riconosci che si può dire di no e inizi a rifiutare le richieste altrui stai facendo un’assunzione di responsabilità nei confronti della tua vita. Allo stesso modo se il tuo capo si comporta in maniera aggressiva può non essere colpa tua, ma è tua responsabilità imparare a gestire la situazione. In quel caso ci sono modi di gestire le conversazioni come l’Aikido. L’Aikido è un’arte marziale non violenta che prevede di usare l’energia dell’avversario per neutralizzarlo senza violenza. Coltivando anche capacità come la persistenza è incredibile quanto poche accortezze su cosa dire e non dire ti permettano di evitare di entrare in discussioni.

Assertività esercizi

Gli esercizi di assertività sono come le macchine della palestra. Si tratta di imparare competenze pratiche e serve quindi lavorare in maniera concreta. In una formazione all’assertività si intrecciano esercizi semplici e standard a esercizi personalizzati. Alcuni esercizi semplici possono prevedere, ad esempio, fare pratica di come si critica costruttivamente. Si lavora a coppie alternandosi, come in molti sport. Altri esercizi vengono invece sviluppati apposta in base a che competenze devi allenare. Alcuni esercizi prevedono di andare a praticare conversazioni assertive in bar o in alcuni negozi. Un classico è lavorare su negozi di vestiti con commessi insistenti senza comperare nulla – e senza far credere di essere interessati a comperare.

La comunicazione assertiva

La comunicazione assertiva si pone tra quella aggressiva e quella passiva. Forse ti è capitato nella tua vita di incontrare persone in grado di portare veramente se stessi nella conversazione. Ma in maniera tranquilla e rispettosa, con attenzione agli altri. La comunicazione assertiva non è un modo per aver ragione con gli altri o per manipolarli. Può essere un’autodifesa verbale in casi critici ma nasce per stare bene con noi stessi quando stiamo con gli altri.

Infatti le situazioni sociali, affettive e lavorative si portano appresso molti momenti difficili da gestire. Momenti imbarazzanti o tesi che possono essere un punto che peggiora le relazioni con gli altri e con noi stessi. Ma possono anche essere momenti costruttivi in cui, con i giusti, strumenti vengono risolti in maniera da gettare una base più solida per le future interazioni con quella persone.

2019-08-05T17:26:10+02:00