La tecnofobia è una fobia che interviene allorquando una persona, per diverse ragioni che proveremo ad analizzare in questo testo, avverte un’avversione all’utilizzo della tecnologia digitale, in alcuni casi anche un semplice device.
La patologia è stata solo di recente trattata dal linguaggio medico e scientifico come un blocco che si genera quando veniamo a contatto sia con strumenti tecnologici più avanzati ma anche quelli comuni.
Il disturbo è serio e in alcuni casi anche invalidante; può limitare tutta la vita relazionale.
Quando gli episodi sono così estremi, l’intervento non può che essere medico e in alcuni casi anche farmacologico.
Cos’è nello specifico tecnofobia?
La tecnofobia è ai limiti del disturbo psichiatrico. Spesso comporta atteggiamenti di rifiuto accompagnati da stati di ansia quando una persona deve usare o semplicemente vede anche da lontano un PC, o altri apparecchi elettronici. In alcune forme marcate questa fobia è evidente nei confronti di tutta la tecnologia senza una particolare distinzione. In altri casi la repulsione si evidenzia solo nei confronti di una particolare macchina con elevata specializzazione.
La tecnofobia oggi giorno è davvero anacronistica e invalidante considerata l’elevata quantità e qualità di supporti tecnologici. Immaginate come possa essere complesso il mondo per un tecnofobo, quando egli deve usare i mezzi di trasporto o gli strumenti di comunicazione, i quali si basano sulla tecnologia digitale. Per un tecnofobo è difficile relazionarsi con gli altri utilizzando dispositivi di comunicazione personale come tablet o telefonini. Diventa quasi impossibile poter trovare un lavoro di alta specializzazione o anche meno di prestigio. In tutto il mondo e in tutti gli ambienti, la tecnologia è ampiamente diffusa e utilizzata. Le città sono smart, tutti i servizi sono associati e relazionati tra di loro e tendono a comunicare grazie alle tecnologie d’informazione e comunicazione. Il fenomeno della tecnofobia non è isolato, ma in continua diffusione. La fobia è in espansione in questo ultimo periodo anche se con sintomi inizialmente lievi e non troppo evidenti. La fobia è anche il frutto evidente del ricorso massivo alla tecnologia e al digitale.
Origine del fenomeno della tecnofobia
Le prime tracce della tecnofobia compaiono con l’avvento dei primi rudimentali dispositivi meccanici e tecnologici a servizio della vita quotidiani. Le prime testimonianze si trovano anche nelle culture classiche. Gli studi di Archimede e Leonardo vennero avversati dai puristi della vita tradizionale. Le prime forme di massa critica contro la tecnologia si manifestarono per la prima volta nel 700 con la prima rivoluzione industriale. Nei secoli ci sono state vere e proprie guerre contro chi voleva far affermare nella vita quotidiana la tecnologia. Molti innovatori furono bruciati sul rogo e scambiati per stregoni. Per l’epoca non possiamo parlare di una fobia, ma sicuramente di una avversione.
Oggi con il termine tecnofobo non si parla solo di una fobia come in medicina molte altre. Alcuni considerano il termine un rifiuto o una presa di posizione contro l’innovazione tecnologica. Questi episodi sono determinati da chi si sente purista e avverte una troppa invadenza sia nella scuola, che nell’ambiente che vita di relazione. In questo ultimo periodo temporale stiamo utilizzando la tecnologia per comunicare o per fare scuola. Molte persone non amano gli strumenti ad alta tecnologia, ma tantissimi altri per incapacità e per fobia non riescono a utilizzarli e a rapportarsi correttamente. La tecnofobia non è mai stata presente come nell’ultimo anno solare. Sembra essere una conseguenza indiretta delle restrizioni pandemiche.
Quali sintomi sono associati alla tecnofobia
La sintomatologia che avverte il tecnofobo è molto simile alle altre patologie come la claustrofobia per esempio, quindi vertigine, pallore, sudore fino a d arrivare a tremore.
L’insorgenza di questi sintomi si avverte sia al contatto con gli apparecchi che al solo pensiero di doverli usare.
Il sintomo più evidente di chi non sa relazionarsi alla tecnologia si manifesta con uno stato di angoscia continua e invalidante.
Il tecnofobo pur di non avere contatti con i device potrebbe eliminarli da casa o addirittura potrebbe scegliere di non andare a lavorare.
Come contrastare la tecnofobia
In alcuni casi, quanto la fobia è allo stato iniziale e non troppo invalidante potrebbe essere utile un accompagnamento graduale all’utilizzo dello strumento, evidenziandone le potenzialità nell’utilizzo e i solo i vantaggi connessi.
Quando la fobia non è solo acuta, ma diventa cronica e strutturata, oltre che invalidante, l’intervento deve essere di tipo psicologico e psicoterapeutico. I farmaci sono molto utili. Di solito vengono usati quelli più comuni utilizzati per la depressione o le ansie. Riteniamo che gli specialisti della malattia del lavoro, in questi e nei prossimi anni dovranno occuparsi sempre di più di questa fobia. Possiamo mettere a disposizione del trattamento della fobia alcuni strumenti come i servizi Cloud. Le memorie esterne potrebbero essere anche una sorta di palliativo rispetto all’uso massivo di tecnologia nel lavoro. La tecnologia di fatto potrebbe alleviare la fobia.