Siamo ciò che diciamo e come lo diciamo: a voi la parola

Siamo ciò che diciamo

Molti filosofi si sono espressi in merito all’argomento. Noi siamo ciò che diciamo e ciò che diciamo è costruito dal nostro dirlo. La realtà è quindi un nostro costrutto, poiché essa non esiste finché non viene detta. Esisteva, prima dell’arrivo di questo pensiero, la credenza che la verità fosse ontologica e che preesistesse al nostro enunciarla. Quindi la verità assumeva più che altro una dimensione sacrale, che ricadeva nel ruolo di Dio. D’altronde una scoperta non è altro che una verità che prima era coperta. Questo pensiero può anche rivelarsi esatto, ma tale verità era appunto una verità coperta, quindi ai nostri occhi, non esisteva. L’acqua calda esisteva prima che venisse scoperta, solo che noi non lo sapevamo finché qualcuno non ha detto che esisteva l’acqua calda. La verità emerge dalle parole, noi emergiamo da esse. Focault in “Le parole e le cose” asseriva che una cosa esiste perché le è stato assegnato un nome, ma tale nome è limitato da una visione del mondo fatta di norme e leggi, regole e dettami, quindi anche l’oggetto, una volta libero, una volta che gli viene affibbiato un nome, viene relegato ad un modo statico ed incatenato.

E come lo diciamo

Chi urla e chi sbraita, chi è pacato e dolce. Come diciamo le cose rappresenta la nostra persona. Non possiamo aspettarci che una persona irascibile ci dica le cose in maniera tale da darci serenità e, al contempo, non possiamo sperare che un uomo calmo che più calmo non si può, ci dia la carica. Per Foucault il modo in cui diciamo le cose costruisce l’oggetto di cui parliamo e questo si riversa ad esempio nella politica. Esprimere un concetto può variare di significato a seconda dei modi in cui lo si enuclea e queste accortezze sono studiate e ben addomesticate da più grandi oratori della storia, da Aristotele in poi, sfociando anche nella demagogia.
Ma anche le arti devono tener conto di questo. Uno scrittore deve sapere sempre con quale tono scrivere una determinata cosa. Un cantante deve sapere quando dare una certa intonazione ad un determinato verso, così come anche un attore e così via. Sembra assurdo ma anche, ad esempio, chi si laurea e sta esponendo la tesi, deve tener conto di questi fattori. Ricopre una notevole importanza, figuratevi, il carattere con cui si scrive una determinata cosa. Non è un caso che si fa sempre attenzione al carattere da utilizzare quando si scrive la tesi o per il curriculum. Scegliere tra un Calibri e un Time New Roman, con un mezzo un Verdana, non è mai facile. Anche nei tatuaggi è importante fare attenzione a questo. Il carattere nei tatuaggi è importante: pensate di voler scrivere una bella frase sul vostro avambraccio destro, in base a ciò che c’è scritto dovrete pensare anche a come scriverlo, usare un elegante corsivo? O uno stile più duro?
Per questo siamo ciò che diciamo, e come lo diciamo, poiché specchio della nostra personalità.

2018-06-23T19:33:19+02:00